L'ESCURSIONISTA CURIOSO

IV ° gita

28 SETTEMBRE 2003

 

 

 

La Commissione della Biblioteca del CAI ha organizzato una gita escursionistica a Salecchio, già comune ma ora  frazione di Premia, per conoscere e riscoprire i luoghi walser della val Formazza. Alla gita hanno aderito ventotto persone, giovani e meno giovani, che, malgrado il tempo non proprio clemente, sono rimasti entusiasti dell'iniziativa.
Siamo partiti in pullman da Varallo alle 6,30 (neanche il black-out ci ha fermato) e, dopo aver caricato a Domodossola Umberto, la nostra simpatica guida, siamo arrivati a Fondovalle di Formazza alle ore 9,30. Zaini in spalle, abbiamo intrapreso l'antica via walser, situata nella parte altya della valle, che univa Salecchio con Formazza, caratterizzata da un lungo e panoramico sentiero posto a mezzacosta che consente di toccare molti angoli suggestivi di questo impervio settore della Valle del Toce.
 


Legno e pietra: ecco le case di Salecchio.

                         A una finestra del museo una cascata di colori

Dopo aver superato la frazione di Antillone di Formazza, un gruppo di persone aveva preventivato un eventuale incontro con i camosci ed all'improvviso, tra la sorpresa degli escursionisti, è balzato fuori dal bosco proprio un bel camoscio, che nella foga di fuggire, per poco non travolgeva il nostro operatore (guarda che combinazione, a volte parli di una cosa e...). Con un passo, abbiamo poi superato l'alpe Chioso, l'Alpe Vova, gruppi di casolari in cui si nota l'uso del blockbau (costruzioni di legno ad incastro). Abbiamo raggiunto in seguito il piccolo villaggio di Casa Francoli, il più elevato nucleo abitato di Salecchio, e, verso le 12,30 siamo finalmente giunti a Salecchio Superiore.

 

 

Il letto era sopra la stufa in pietra per sfruttare tutto il  calore
A destra la casa- museo

 

Salecchio è un villaggio schiettamente alpino di rara bellezza e il panorama  che si gode è splendido (purtroppo il tempo piovoso non ci ha permesso di gustare a pieno il panorama). Il villaggio consta di due frazioni più grosse: Salecchio Inferiore (ufem undru Bärg) e Salecchio Superiore (am obru Bärg). Nel 1966 il villaggio venne completamente abbandonato e le brune case di legno rimasero vuote, attualmente il villaggio sta tornando alla vita.
Come comunità linguistica è unica nel suo genere e solo nel dialetto di Salecchio si possono ancora udire le espressioni: wier sugnu (noi cantavamo) wer spunnun (noi filavamo) come un tempo nella lingua tedesca. Dopo aver pranzato nel rifugio con un'ottima polenta e spezzatino, cosa gradita a tutti, abbiamo visitato una casa museo walser e sotto la pioggia siamo giunti, attraverso un  sentiero, a Salecchio Inferiore (raggiungibile attraverso  strada carrozzabile dalla località Ponte).

 

In alternativa alla galleria c'è la vecchia mulattiera:  ecco una cappelletta votiva.
 

 


Abbiamo iniziato la discesa, attraversando, con spirito di avventura, una galleria buia,  sempre sotto la pioggia, giungendo alle 16.30 con gioia dell'autista del pullman, tifoso Ferrari, che non voleva perdere il Gran Premio. Tutti felici e contenti ci siamo dati appuntamento per il giorno 22 ottobre per vedere il filmato della gita e poter rivivere insieme i momenti trascorsi.

 

Pietro Marchi

Questo articolo è comparso sul Notiziario CAI Varallo del 2003

Torna alla home page biblioteca

indietro

Torna home page CAI Varallo