Il 28 e il 29 settembre 1867 venivano inaugurati a Varallo la sede succursale del Club Alpino e il Museo di Storia Naturale nell’ambito di un progetto integrato di montagna, scienza e didattica ideato da Pietro Calderini.
Nella seconda metà dell’Ottocento la Valsesia era uno splendido laboratorio di cultura alpina costantemente presente sulla stampa nazionale, ampiamente descritta nelle guide internazionali e oggetto di studi sulle riviste scienti che e specialistiche, diventando in questo modo una delle valli più conosciute delle Alpi sotto il pro lo alpinistico, naturalistico, etnogra co e artistico. Per molti anni fu una delle aree maggiormente frequentate da viaggiatori e da turisti italiani e stranieri.
La “succursale” di Varallo fu, negli anni Settanta del XIX secolo, l’ente locale del Club Alpino con il maggior numero di associati: la distribuzione quasi capillare su tutto il territorio nazionale degli iscritti alla sezione varallese testimonia l’apprezzamento dei frequentatori della montagna al progetto valsesiano. Il Museo, dalla fondazione, divenne non solo luogo di istruzione scienti ca per i giovani valsesiani che frequentavano le Scuole Tecniche – obiettivo primario che il fondatore sia era pre ssato di raggiungere con l’istituzione – ma anche centro nevralgico degli studi naturalistici e scienti ci della valle, coinvolgendo accademici e studiosi tra i più attivi del momento. Centocinquanta anni dopo la Sezione di Varallo del CAI risulta ancora una delle più attive a livello nazionale e il Museo, in veste completamente rinnovata, torna ad aprire le sue sale al pubblico. Come nel 1867, il Club Alpino di Varallo e il Museo di Storia Naturale “Pietro Calderini” festeggiano insieme i loro centocinquanta anni di attività.
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