È un itinerario che ha avuto nel passato grande importanza economica per tutta l'alta Valsesia, poiché è stata per secoli la strada del commercio e degli emigranti verso la Valle d'Aosta, la Svizzera e la Francia. L'Ospizio, fatto erigere nel 1822 dal Canonico Nicolao Sottile per dare aiuto e ospitalità ai viandanti, evidenzia l'interesse che nel tempo questo itinerario ha suscitato. Nel 1800, nel corso della seconda campagna napoleonica, su questo sentiero passarono prima gli Austriaci in ritirata da Gressoney e quindi un corpo di 2500 Francesi, che si sarebbero poi scontrati in una scaramuccia con gli Asburgici alle porte di Varallo.
Questo itinerario fa parte della Gta (Grande Traversata delle Alpi), della Via Alpina e del Sentiero Italia Cai.
La strada per il Colle Valdobbia storicamente prendeva avvio da Riva Valdobbia, 1112m, e risaliva la Val Vogna. Ora questa è percorsa dalla carrozzabile che porta a Cà di Janzo, 1354m, dove si posteggia.
Dalla piazza centrale di Riva Valdobbia si costeggia a sinistra la parrocchiale si supera il parcheggio e si prende la mulattiera per svoltare subito a sinistra e poco dopo a destra. Si taglia due volte la strada, si entra nel bosco, si oltrepassa una cappella e si torna sulla carrozzabile che si segue fino al tornante. Con un altro tratto di mulattiera si sbuca nei pressi dell'oratorio della Madonna delle Pose, (affiancato dalla commovente cappella dedicata ai caduti rivesi durante le due guerre). Da qui si prosegue sulla strada fino a Ca’di Ianzo. Questo tratto richiede circa un’ora di cammino.
Da questa frazione inizia l'itinerario 201 (la strada carrozzabile prosegue asfaltata, ma è soggetta a limitazioni di traffico nel periodo estivo). Si superano le frazioni Ca' Piacentino, 1360m, Ca' Morca, 1372m, Ca' Verno, per arrivare a Sant'Antonio, 1380m, (ore 0.20) dove è situato il punto tappa GTA Rifugio Val Vogna nel locale delle vecchie scuole. A pochi passi a destra della chiesuola vi è un antico forno per pane, ripristinato dal Gruppo Montagna Antica Montagna da salvare del CAI, sezione di Varallo.
Da Sant'Antonio una strada sterrata, che ha sostituito per un tratto la vecchia mulattiera, fiancheggia la sponda sinistra del torrente Vogna, per abbassarsi dove sorgeva il ponte di S.Bernardo distrutto da una valanga e ora sostituito da un guado. (Oltre il torrente, passando da Prà d'Otra, si può salire all'Alpe sul Cavallo e all'Alpe Laghetto Gianniuna nel vallone del Rio Cavallo per sentiero non segnalato). Superata la fontana e i tavoli per pic-nic, dopo un breve strappo, si prosegue quasi in curva di livello, lasciando a destra una fresca sorgente e a quota 1400m circa il bivio per il Rifugio Carestia nel Vallone del Rissuolo con l'itinerario 202 e per il Vallone del Forno con il 211. Superato un altro tratto in salita, la strada pianeggia fino al laghetto della presa di una centrale idroelettrica dove, poco prima a sinistra, oltre il torrente, si stacca il percorso 207 per la Bocchetta del Fornale (o Giare). La carrareccia cede finalmente il passo alla vecchia e comoda mulattiera che in breve entra nell'abitato di Peccia e poco sopra raggiunge la chiesetta di S.Grato, 1525m (ore 0.40-1).
Oltrepassato questo oratorio, l'itinerario valica il torrente Sulino su un ponte in muratura che si dice sia stato costruito dai soldati di Napoleone nel 1800 (ripristinato dopo una piena qualche anno fa), e subito dopo, lasciato a sinistra l'itinerario 205 che porta all'Alpe e al Passo del Maccagno, 2493m, ci si inerpica lungo la sponda destra del torrente Sulino per portarsi a La Montata, 1638m (ore 0.15-1.15), villaggio composto da alcune case e da una cappelletta. Superate le due baite dell'Alpe Tecchiale, si sale alla cappelletta del Lancone, 1739m. Più su, all'interno del lariceto, si lascia a sinistra l'itinerario 201a che conduce all'Alpe Larecchio Superiore, 1895m, e alla variante del Piano del Celletto. Varcato su un ponte il torrente Valdobbia, tralasciato il sentiero 201d per il Rifugio Carestia, ci si porta con ampio giro al Pian del Celletto dove si ritrova il percorso 201a che arriva dall'Alpe Larecchio (ore 1.15-2.30). Superato un dosso tra i rododendri, appare, ancora lontano sul colle, l'Ospizio Sottile.
Si prosegue per le plaghe chiamate Piana Grande e Sasselli dell'Asina, fino a entrare nel vallone finale che si percorre con qualche tornante, lasciando a destra poco prima del valico l'itinerario 201b, per il Passo di Valdobbiola e giungendo finalmente al Colle Valdobbia, 2480m, su cui è posto l'Ospizio Sottile (ore 1-3.30).
Il percorso fa parte della Via Alpina e del Sentiero Italia.
L'Ospizio è base di partenza per le ascensioni alla Cresta Rossa, 2986m, al Corno Valdobbia, 2755m, alla Punta Plaida, 2689m, e alla Punta Carestia (o Corno Rosso), 2979m; F.
Sebbene decentrato, può essere utilizzato anche per le salite al Corno Bianco, 3320m, e alla Punta Ciampono, 3233m; (F).
Con l'itinerario gressonardo 11 si scende a Valdobbia (Valle dei Lys), poco a valle di Gressoney.
Con l'itinerario 201c si raggiunge una spalla a sinistra del colle (versante Vogna) e si scende prima al Lago della Balma e quindi all'Alpe Larecchio.
Nel 1787 Gian Giuseppe Liscotz di Gressoney e il capitano Giovanni Giuseppe Gianoli di Riva facevano costruire sul Colle di Valdobbia una stalla e una cappella, ricovero risultato col tempo inadeguato per l'intenso passaggio nei due sensi degli emigranti. Una disgrazia avvenuta nel 1820 indusse il Canonico Nicolao Sottile a dare mano alla costruzione dell'Ospizio, che veniva ultimato nel 1822. Si tratta di un fabbricato a due piani: al piano inferiore l'entrata, la cucina e due sale da pranzo; al primo piano le camere da letto, servizi e un tempo anche l'osservatorio meteorologico. Nel fabbricato è inserita la chiesuola dedicata alla Madonna della Neve, la cui festività viene ancora oggi celebrata con una messa nel mese di agosto. Era sorto così il primo Ospizio-Rifugio della Valsesia, che ospitò principi e regnanti. È oggi aperto con servizio di ristorante e pernottamento nel periodo estivo ed è dotato di materiale di pronto soccorso. L'amministrazione, per volere del fondatore, è tenuta dai terrieri di Riva Vaidobbia.
La segnaletica presente sui sentieri mantiene in parte i vecchi numeri (es. 2) non ancora aggiornati secondo il recente Catasto regionale che prevede numeri con tre cifre (es. 202, ecc).
L'itinerario è discretamente lungo e nella parte iniziale ha alcuni tratti pianeggianti. Si svolge su una mulattiera storica, ancor oggi molto frequentata. Nei mesi invernali si richiede attenzione alle condizioni della neve.
Guida “ALTA VALSESIA” CAI Varallo-Geo4Map.
Carta escursionistica VALSESIA CAI Varallo-Geo4Map - Quadrante Sud-Ovest 1.
IGM foglio 29 II NE Corno Bianco.
IGC Carta 5 Cervino e Monte Rosa- Carta 10 Monte Rosa, Alagna e Macugnaga.
Guida dei Monti d'Italia CAI - TCI Monte Rosa Gino Buscaini.
Valsesia e Monte Rosa Guida alpinistica artistica storica. L.Ravelli
Rifugio gestito nel periodo estivo -
Collega anche l'itinerario 11 valdostano.
Attenzione: Leggi le note e condizioni d'uso per i sentieri online. Verificate sempre l'apertura dei rifugi indicati sul tragitto e le condizioni meteorologiche.
Avviso agli escursionisti OTTOBRE 2020:
Premesso che il Cai non ha competenza e responsabilità sullo stato dei sentieri, si ritiene opportuno informare che a seguito della devastante tempesta abbattutasi sulla Valsesia tra il 2 ed il 3 Ottobre, molti sentieri, anche se segnalati, potrebbero essere ostruiti da frane o alberi abbattuti che ne ostacolano o ne impediscono la percorrenza. Si raccomanda pertanto la massima attenzione e di non proseguire in caso di pericolo.
Si ringrazia anticipatamente chi volesse cortesemente segnalare l’ostacolo rilevato indicando la data, il numero del sentiero, il luogo e tipo interruzione (frana, albero abbattuto o altro).
In questo momento la Valsesia ha bisogno di noi, diamogli l'attenzione che merita.