L'itinerario tocca le più alte cime del comune di Borgosesia. Nella prima parte è uno dei percorsi più frequentati perché porta al rifugio Gilodi (Ca' Mea), mentre nella parte alta è abbastanza impegnativo e segue la cresta spartiacque tra la valle del Sesia e quella dello Strona di Postua con percorso vario e interessante per i continui scorci sui due versanti.
Dalla chiesa parrocchiale di Isolella, 371m, lasciato a sinistra l'itinerario 717, si segue la strada comunale di Foresto fino al primo tornante. Si prende la larga mulattiera che sale a destra per un buon tratto, si attraversa la carrozzabile nei pressi di un ponticello e si continua riattraversandola altre due volte. Superato un oratorio, si giunge a Foresto, 551m (ore 0.30), nei pressi del cimitero e della Parrocchiale dedicata a San Giovanni. Si entra in paese incrociando gli itinenari 716 (Doccio-Foresto-Tovo) e 724 (Crevola-Locarno-Fei-Foresto-Agnona-Guardabosone-Maddalene). Si lasciano e ci si alza sopra il paese raggiungendo un vecchio castagneto sovrastante la frazione Costa, su una mulattiera in cattive condizioni che a tratti scorre incassata in trincea, a tratti affiancata da staccionate e da residui di siepi di bosso. Lasciando a sinistra due cascinali, nel bosco di secolari castagni si raggiunge la strada interpoderale del Monte Tovo, la si attraversa e si continua sulla mulattiera-tagliafuoco che conduce alla Fontana degli Alpini. Si prende a salire più faticosamente fiancheggiando la pineta fino ad una spalla nei pressi dell'Alpe Bonde, 945m. Dopo questo modesto ripiano si prosegue lungo i tornanti del sentiero nel rado bosco di faggi, abeti e betulle per raggiungere nuovamente la strada all'Alpe Stanvone, 1092m. Senza toccarla si supera la fontana e per sentiero, a sinistra, si sale in breve al Rifugio Luciano Gilodi (Cà Mea), 1110m (ore 1.30-2), punto d'arrivo dell'itinerario 720 proveniente da Agnona.
Dal retro del rifugio si sale a riattraversare la sterrata, si fiancheggia una zona umida e ci si volge decisamente a destra per alzarsi rapidamente nel bosco di faggi e si sbuca su una spalla del dosso Falghé, nel punto di incrocio dell'itinerario 713 che da Doccio sale al Monte Tovo. Si segue a destra la sterrata che con leggeri saliscendi porta alla Sella della Rosetta, 1246m (0.30-2.30).
Da qui, tralasciando le altre sterrate che si dipartono in varie direzioni, si prende il sentiero che percorre la dorsale, si superano due gobbe e si giunge ad un ripiano erboso, il Soglio, punto d'arrivo dell'itinerario 712 proveniente da Doccio. Poco dopo c'è il bivio per il Mazzucco (sasso forato), non segnalato. Proseguendo sul versante di Doccio si sale un ripido canale franoso che porta in cresta; si passa poi sul versante di Postua (sinistra), superando una cengia sotto una parete: la "Balmaccia"; poco oltre, a sinistra, un sentiero scende al Passo della Sbarra, antico passaggio in parete, esposto, attualmente attrezzato con catene (itinerario 726).
Si raggiunge la cresta alla Sella del Casone, ci si porta sul versante di Doccio e si risale un canale fin sotto l'anticima dove giunge l'itinerario 711 da San Bernardo di Doccio. Si aggira l'anticima con uno scosceso traverso che richiede attenzione e, superata una selletta, si guadagna la vetta del Monte Luvot, 1603m (ore 1-3.30), su cui si innalza una grossa croce. Don Ravelli, nella sua "Guida dei Monti della Valsesia" lo chiama anche Sasso di Soliva o Baudrocco. Si prosegue lungo la dorsale, superando numerose gobbe, e si ritrova l'itinerario 726 del Passo della Sbarra. Si aggira sotto cresta, sul versante valsesiano, la punta del Terraggiolo, 1656m, raggiungibile senza difficoltà seguendo fedelmente la cresta, per tornare sulla dorsale nei pressi della Sella della Balma, 1625m (0.45-4.15), dove, sulla destra, si stacca l'itinerario 729 che porta alle miniere della Balma e a Locarno. Si segue invece la dorsale fino alle prime rocce del Gavala. Tralasciando le tracce che risalgono i canaloni erbosi del versante di Postua, si piega a destra e si costeggia con un traverso il versante di Locarno fino ad un'evidente spalla sopra le miniere. Si sale per tracce la dorsale in direzione della vetta (ovest); superando un canalino si raggiunge il primo testone e poi, superato il secondo testone sulla destra, si passa ad una sella dove arrivano le tracce di sentiero che portano lungo la dorsale verso il Massale e la Res. Dalla sella, con un passaggio esposto, si raggiunge la vetta principale del Castello di Gavala, 1827m (0.45-5).
L'itinerario completo è notevolmente lungo, ma può essere accorciato sia con partenza da Foresto, sia dalle strade interpoderali che salgono al Rifugio L.Gilodi. Si presta ad abbinamenti con altri sentieri che offrono la possibilità di interessanti varianti di diversa lunghezza.
Fino al Colle della Rosetta non presenta difficoltà, più avanti è idoneo per escursionisti esperti (EE) e da effettuarsi con tempo sicuro e in stagione adeguata. Alcuni passaggi su prati ripidi e su rocce normalmente facili non sono da sottovalutare e sono al limite dell'alpinismo. Si sconsiglia di percorrerlo nei mesi invernali o con terreno gelato.
Guida “VALSESIA ORIENTALE” CAI Varallo-Geo4Map.
Carta escursionistica VALSESIA CAI Varallo-Geo4map - Quadrante Sud-Est 2.
IGM Foglio 30 III NE Scopa - Foglio 30 II NO Varallo - Foglio 30 II SO Borgosesia.
Kompass Carta Varallo, Verbania, Lago d’Orta.
Guida dei Monti d'Italia CAI-TCI - Alpi Biellesi e Valsesiane.
Attenzione: Leggi le note e condizioni d'uso per i sentieri online. Verificate sempre l'apertura dei rifugi indicati sul tragitto e le condizioni meteorologiche.
Avviso agli escursionisti OTTOBRE 2020:
Premesso che il Cai non ha competenza e responsabilità sullo stato dei sentieri, si ritiene opportuno informare che a seguito della devastante tempesta abbattutasi sulla Valsesia tra il 2 ed il 3 Ottobre, molti sentieri, anche se segnalati, potrebbero essere ostruiti da frane o alberi abbattuti che ne ostacolano o ne impediscono la percorrenza. Si raccomanda pertanto la massima attenzione e di non proseguire in caso di pericolo.
Si ringrazia anticipatamente chi volesse cortesemente segnalare l’ostacolo rilevato indicando la data, il numero del sentiero, il luogo e tipo interruzione (frana, albero abbattuto o altro).
In questo momento la Valsesia ha bisogno di noi, diamogli l'attenzione che merita.