Si tratta di un sentiero per molto tempo abbandonato, ma di grande interesse, che permette di raggiungere, con un lungo percorso, la miniera di nichelio alla Balma. Era la cosiddetta "stràa dla lessi", lungo i cui ampi tornanti venivano trasportati sulle slitte i sacchi di minerale fino al ponte della Gula.
A monte del paese di Locarno, 456m, alla prima curva dopo la chiesa della Madonna di Costantinopoli, si trova il cartello di partenza (di fronte all'oratorio, a sinistra verso il torrente -dove scende l'itinerario 724- si notano i ruderi delle costruzioni erette attorno alla fucina, nella quale già fin dal 1600 si lavorava il materiale ferroso delle miniere della famiglia d'Adda). Dopo due tornanti in salita su strada asfaltata, in località Balmella si può percorrere a destra un tratto della vecchia mulattiera che sbuca nuovamente sulla strada nei pressi del Santuario di Roncaglio dove si incontra nuovamente il 724.
Dopo altri quattro tornanti si trova il bivio dove si abbandona la strada per Parone e si svolta nettamente a sinistra, in piano, ancora su asfalto fino alla località Camussa dove inizia la sterrata (ore 0.25). Si superano gli alpeggi Prà, Personale, Rola (ore 0.10-0.35) con parecchie baite ristrutturate dove si può arrivare anche in auto.
La strada prosegue con fondo sconnesso e si perviene al punto in cui (ore 0.20-0.55) a destra parte la sterrata abbandonata che porta alla Cava del marmo rosa in località Gavassi. Da questa cava furono ricavate le colonne dei portici dell'oratorio della Madonna di Costantinopoli di Locarno e della chiesa di San Pietro di Parone. Nel 1967 se ne ricavò la mensa dell'altare del santuario dell'Ausiliatrice di Roncaglio. Sopra la prima baracca della cava, un ripido sentiero, quasi una traccia, si inoltra nel bosco e porta in 15' alla Torre del Teragiun, monolito naturale alto 23 metri, utilizzato come palestra di roccia.
La mulattiera per la Balma prosegue invece quasi in piano, nel bosco, superando una fresca sorgente in località Lumaca. Si avanza poi in moderata salita, fino all'Alpe Campello, quindi, oltrepassando i ruderi dei locali di raccolta del materiale delle miniere, si valica il Ponte della Gula, 750m (ore 0.25-1.20).
Qui inizia la vera "stràa dla lessi" che sale con pendenza marcata e costante, a larghi tornanti nel bosco di faggi. Si tralasciano un paio di sentieri che portano prima a sinistra a Pezza di Mezzo e poi a destra a Pezza di Sopra, con i ruderi di una quindicina di baite incendiate durante 1'ultima guerra. Si avanza gradualmente con innumerevoli tornanti, superando un largo tratto franato.
Uscendo dal bosco, il panorama si apre verso il Luvot da un lato e la Res dall'altro. Nella parte alta si raggiunge la dorsale, la si fiancheggia, mentre la visuale si amplia fin oltre il Lago Maggiore.
Giunti all'altezza della Miniera della Balma, 1592m, si svolta a sinistra su percorso pianeggiante, tagliato nel ripido fianco del costone, e si raggiungono prima le baracche diroccate, poi l'ingresso della miniera di nichelio e di cobalto (ore 3-4,20).
Dai ruderi si scende per una decina di metri su detriti ad attraversare il sottostante canalone e per sentiero poco marcato si continua con moderata pendenza sul fianco del monte in direzione della Sella della Balma, 1625m (ore 0.30-4.50), alta sopra i resti dell'alpe omonima.
Alla sella si incrocia l'itinerario 715 (Isolella-Castello di Gavala).
Dal 1862 la miniera era di proprietà di una Società Belga che nel 1876 aveva alle sue dipendenze circa ottanta lavoratori. L'attività fu sospesa alla fine del secolo, non potendo reggere alla concorrenza estera. Nel periodo di autarchia si tentò di riprendere lo sfruttamento, allorché Mussolini volle riattivare tutte le miniere per difendersi dalle sanzioni internazionali. Fu trascinato fin lassù con grande fatica un compressore; le baracche erano vigilate anche nel periodo invernale, il progetto fu sospeso per le enormi difficoltà di trasporto dovute al dislivello.
Il percorso descritto è piuttosto lungo e faticoso, la mulattiera in alcune parti è in cattive condizioni e in un tratto è franata (comunque percorribile); oltre il Ponte della Gula il sentiero è per escursionisti esperti EE. Il tratto dalla miniera alla sella è da affrontare solo in assenza di neve o ghiaccio.
Sul percorso, dopo il nubifragio di inizio ottobre, ci sono alcuni alberi caduti e qualche frana che dalle informazioni ricevute non dovrebbero impedire del tutto il passaggio. Tuttavia si richiede prudenza.
Guida "VALSESIA orientale" CAI Varallo-Geo4Map
Carta escursionistica VALSESIA CAI Varallo-Geo4Map - Quadrante Sud-Est 2
IGM foglio 30 II N.O. Varallo - 30 III N.E. Scopa.
Guida dei Monti d'italia CAI-TCI - Alpi Biellesi e Valsesiane.
Attenzione: Leggi le note e condizioni d'uso per i sentieri online. Verificate sempre l'apertura dei rifugi indicati sul tragitto e le condizioni meteorologiche.
Avviso agli escursionisti OTTOBRE 2020:
Premesso che il Cai non ha competenza e responsabilità sullo stato dei sentieri, si ritiene opportuno informare che a seguito della devastante tempesta abbattutasi sulla Valsesia tra il 2 ed il 3 Ottobre, molti sentieri, anche se segnalati, potrebbero essere ostruiti da frane o alberi abbattuti che ne ostacolano o ne impediscono la percorrenza. Si raccomanda pertanto la massima attenzione e di non proseguire in caso di pericolo.
Si ringrazia anticipatamente chi volesse cortesemente segnalare l’ostacolo rilevato indicando la data, il numero del sentiero, il luogo e tipo interruzione (frana, albero abbattuto o altro).
In questo momento la Valsesia ha bisogno di noi, diamogli l'attenzione che merita.